La Brigata Marina San Marco Oggi

BRIGATA MARINA SAN MARCO.

L’ultima e definitiva “trasformazione” della Forza da Sbarco della Marina Militare è avvenuta il 01 Marzo 2013 con la costituzione della BRIGATA MARINA SAN MARCO.
Dal 01 Marzo 2013, la Forza da Sbarco della Marina Militare cambia assetto e confluisce nella nuova Brigata Marina SAN MARCO.

La nuova Brigata risponde alle esigenze di razionalizzazione delle componenti operative della Forza Armata, con particolare riferimento alla Forza da Sbarco, già tratteggiate nel 2010 dall’articolo 112 del “Nuovo Codice dell’Ordinamento Militare”.
La costituzione della Brigata Marina San Marco, risponde ai criteri di ottimizzazione e razionalizzazione della Marina all’interno della revisione dell’intero strumento militare nazionale. La Marina ha infatti deciso di ricondurre sotto un unico Comando le funzioni di proiezione di forza dal mare, di supporto alle Navi nelle operazioni di Interdizione Marittima e Antipirateria  e di Difesa Installazioni Nazionali. Da questo concetto nasce la Brigata Marina San Marco, Reparto d’elite della Marina Militare,  al comando di un Ufficiale Ammiraglio, essa è articolata su un Comando Brigata, tre Reggimenti, il Battaglione di Supporto al Comando, il Gruppo Mezzi da Sbarco ed il Quartier Generale.
Dal punto di vista del personale non sono previsti aumenti di uomini e mezzi per la Brigata in quanto la struttura della attuale Forza da Sbarco viene trasformata organizzativamente, valorizzando le esperienze operative acquisite in campo anfibio, nelle operazioni di interdizione marittima e, non ultimo, nella difesa delle installazioni sensibili. Tutto ciò, proprio allo scopo di migliorare l’efficacia operativa dello strumento marittimo italiano.

Si tratta quindi di una riorganizzazione nell’ottica di conseguire una maggiore efficacia di azione ma anche di realizzare un risparmio in termini organizzativi.
Si tratta di un’unità organica che avrà identità di Comando complesso basato su tre Reggimenti, in grado di ottimizzare “la capacità di proiezione della Forza da Sbarco – come recita il provvedimento che ne sancisce la trasformazione – e l’incremento delle “capacità di supporto alle unità della Squadra Navale”, con particolare riguardo alle Maritime Interdiction Operations, alle attività di antipirateria, Force Protection, Harbour Protection e difesa installazioni sensibili, con lo scopo di “conseguire la massima sinergia”.
Il Comando Brigata fornisce all’Ammiraglio Comandante tutto il necessario supporto per la pianificazione e la condotta delle operazioni. Essendo l’Ammiraglio anche il Comandante della Landing force della Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare, lo staff annovera al suo interno Ufficiali, Sottufficiali e Soldati dell’Esercito Italiano

2015 –  L’Evoluzione della BRIGATA MARINA SAN MARCO:

La Brigata Marina San Marco sta completando un processo di riorganizzazione funzionale e di modifiche ordinative che mira a razionalizzare l’intera componente anfibia della Forza Armata ed a renderla di impiego più flessibile ed efficace.

Come noto la Brigata ingloba la Forza da Sbarco e raggruppa sotto un unico comando le funzioni di proiezione di forza dal mare, di supporto alle operazioni di interdizione marittima ed antipirateria e quelle di difesa delle basi ed installazioni della Marina. Con un organico complessivo di circa 3800 uomini, dipende dal punto di vista operativo e funzionale da Cincanav, il comando in capo della squadra navale, e costituisce l’intelaiatura portante della Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare.

Al momento della sua recente costituzione, avvenuta il 1° Marzo 2013, la Brigata San Marco includeva, oltre al Comando Brigata con elementi di staff appartenenti anche all’Esercito Italiano ed all’Infanteria de Marina Spagnola, il Quartier Generale, il Battaglione di Supporto al Comando, il Gruppo Mezzi da Sbarco e tre Reggimenti, ciascuno con compiti e funzioni differenti.

Nella seconda metà del 2015, dopo pochi anni di vita, la composizione della Brigata è stata oggetto di ulteriore processo di revisione organica, dettato dall’esperienza operativa. Ne sono scaturite diverse modifiche ordinative, che hanno interessato in maniera particolare la componente di proiezione, resa più autonoma, flessibile e modulare.

• Il 1° Reggimento San Marco, erede storico della fanteria da sbarco, custodisce le tradizioni più gloriose legate al nome di San Marco, ed è il tenutario della Bandiera di Guerra dell’allora Battaglione San Marco e della Bandiera Colonnella. È l’Unità da Combattimento destinata agli sbarchi anfibi.

Nell’ambito del 1° Reggimento San Marco è stata infatti costituito un secondo Battaglione Assalto, il “Venezia”, identico al “Grado” ed ottenuto per trasformazione del Battaglione Combat Support e con la ridistribuzione delle armi di sostegno di quest’ultimo tra le compagnie fucilieri dei due reparti.

I due battaglioni assalto annoverano, almeno al momento, ciascuno due sole compagnie assalto, tutte dotate di assetti e supporti al combattimento identici.

Nonostante l’assenza di una terza pedina di manovra la nuova struttura consente una maggiore flessibilità di impiego del reggimento o di sue aliquote, assicura una turnazione tra i due battaglioni in presenza di stabilizzazione di lunga durata e permette di suddividere la componente operativa fra due differenti missioni. Nell’adozione di questo provvedimento non deve essere risultata estranea l’esperienza maturata nell’estate del 2011, quando il battaglione “Grado”, con pochi rinforzi, dovette fornire contemporaneamente e non senza difficoltà una Task Force di battaglione alla missione ISAF in Afghanistan ed assetti aggiuntivi in stand-by con i quali poter fronteggire eventuali emergenze improvvise. Era infatti in corso l’intervento militare in Libia (Operazione Odyssey Dawn) che avrebbe potuto richiedere missioni di Perosnnel Recovery o di bonifica e messa in sicurezza delle installazioni estrattive poste al largo della costa africana.

Per assicurare al 1° Reggimento un maggior livello di autonomia operativa sono inoltre confluite nel suo organico la Compagnia Comunicazioni e la Compagnia Recon/UDT, quest’ultima destinata ad includere gli specialisti del controllo del Supporto Aerotattico e Fuoco ed a subire l’ennesimo cambio di destinazione.
Privato di queste due pedine operative il Battaglione di Supporto al Comando è stato quindi sciolto, trasferendo le sue funzionalità al Quartier Generale.
Esaminando più nel dettaglio l’organizzazione del 1° Reggimento San Marco, notiamo che la sua struttura di comando è più complessa ed articolata di quella di un analogo reparto dell’esercito, avvicinandosi per taluni aspetti a quella di una brigata di manovra.

Per assicurare al 1° Reggimento un maggior livello di autonomia operativa sono inoltre confluite nel suo organico la Compagnia Comunicazioni e la Compagnia Recon/UDT, quest’ultima destinata ad includere gli specialisti del controllo del Supporto Aerotattico e Fuoco ed a subire l’ennesimo cambio di destinazione.
Privato di queste due pedine operative il Battaglione di Supporto al Comando è stato quindi sciolto, trasferendo le sue funzionalità al Quartier Generale.
Esaminando più nel dettaglio l’organizzazione del 1° Reggimento San Marco, notiamo che la sua struttura di comando è più complessa ed articolata di quella di un analogo reparto dell’esercito, avvicinandosi per taluni aspetti a quella di una brigata di manovra.

Dal comandante, un Capitano di Vascello, dipendono infatti, oltre agli Aiutanti ed alla Segreteria, sia un Comandante in Seconda ad incarico esclusivo che un Capo di Stato Maggiore (Capo Ufficio Comando), cui fanno capo le abituali sezioni di staff S1-Personale, S2-Informazioni, S3-Operazioni, S4-Logistica, S6-Comunicazioni ed S8-Amministrazione.

Il Comandante in Seconda dirige e coordina alcune pedine di supporto: la Compagnia Comunicazioni, che assicura al reggimento ed all’intera brigata i collegamenti verso le unità dipendenti ed i comandi superiori, il Plotone Guastatori, che garantisce alle forze operative la necessaria libertà di movimento e costituisce i nuclei di bonifica ostacoli esplosivi di tipo tradizionale ed improvvisati, e la Cellula Humint e di Cooperazione Civile-Militare.

Direttamente dal Comandante dipendono invece i due Battaglioni Assalto “Grado” e “Venezia”, il Battaglione Logistico di Supporto al Combattimento “Golametto” e la Compagnia Nuotatori Paracadutisti NP.
Quest’ultima unità nasce dalla fusione dei precedenti reparti Recon/UDT e Supporto Aerotattico e Fuoco, e svolge compiti di ricognizione, bonifica ostacoli antisbarco, preassalto, messa in sicurezza della spiaggia, osservazione ed acquisizione obiettivi e coordinamento e direzione di tutte le sorgenti del fuoco di supporto: aereo, terrestre o navale. A tal fine comprende due Plotoni Recon/SDO (Sommozzatori Demolitori Ostacoli) e due Plotoni SALT (Supporting Arms Liason Team, oguno su tre squadre FCT (Firepower Control Team), i nuclei per l’osservazione, direzione e controllo del fuoco.

I due Battaglioni Assalto comprendono, oltre al Comando ed alla Segreteria, la Compagnia Supporto al Comando e due Compagnie Assalto: 1° Bafile e 2° Tobruk per il Battaglione “Grado”, 3° An Nassiriya e 4° Monfalcone per il Battaglione “Venezia”.

Le Compagnie di Supporto al Comando di entrambi i reparti includono due plotoni: un Plotone Supporto al Comando, che assicura la funzionalità del posto comando, garantisce le comunicazioni sia in sede che in operazioni e fornisce un primo livello di logistica di aderenza, ed un Plotone A.A.V dotato di cingolati anfibi AAV-7, che permette al battaglione di operare aleno parzialmente in veste meccanizzata.

Le compagnie assalto sono strutturate in modo identico su quattro plotoni: tre assalto ed uno di supporto. I plotoni assalto comprendono tre squadre di 8 uomini, composte da due gruppi di fuoco dotati ciascuno di una mitragliatrice leggera Minimi in calibro 5,56 o 7,62 mm. Più una quarta squadra che costituisce nucleo comando, per un totale di 21 uomini. Ogni plotone dispone al proprio interno di elementi specializzati come soccorritori, addetti alla bonifica NBC e tiratori scelti, quest’ultimi muniti di fucili HK 417.

Nel quarto plotone è integrata una squadra mortai, che porta l’organico a 40 uomini.

Il personale assegnato a questo reparto dispone generalmente di una maggiore esperienza operativa e di servizio, che ne rende possibile l’impiego, secondo le necessità specifiche della missione, come una quarta pedina fucilieri o come elemento per il supporto di fuoco, potendo disporre di sistemi missilistici controcarro Milan e Spike e di mortai da 60, 81 e 120 mm lisci.

Quello che emerge da questi provvedimenti è pertanto un reggimento in grado di operare con breve preavviso in completa autonomia logistica e con l’apporto di numerosi assetti organici di supporto al combattimento.

Al fine di elevare gli standard qualitativi e professionali a tutti i livelli lo Stato Maggiore ha deciso di promuovere una spinta propulsiva ed innovativa nel settore della formazione del personale.
In particolare, è stato deciso di attribuire ad entrambi i Battaglioni Assalto del 1° Reggimento San Marco la capacità Comando, ossia di specializzare le compagnie assalto nella conduzione di incursioni e raid anfibi e di mettere gli uomini e le unità in condizione di operare in tutte le condizioni, in ambienti non permissivi ed in completa autonomia, fino ai minimi livelli organici.

Due plotoni assalto del reggimento sono stati inoltre destinati ad assumere un ruolo di “Combat Support”, ossia di fornire, in caso di necessità, appoggio diretto e supporto tattico ai distaccamenti del Gruppo Operativo Incursori di Comsubin impegnati nell’esecuzione di un’Operazione Speciale in ambiente marittimo. Tale capacità è stata raggiunta in seguito ad uno specifico ed intenso ciclo addestrativo con le Forze Speciali, teso a sviluppare tecniche, tattiche e procedure congiunte.

Queste innovazioni consentono alla componente di proiezione della Brigata di svolgere un’ampia gamma di missioni, che spaziano dalle operazioni anfibie tradizionali a quelle di supporto alle crisi, dall’evacuazioni di connazionali da zone ad alto rischio al soccorso alle popolazioni colpite da gravi calamità naturali.

Specializzato nella conduzione di raid anfibi, il reparto può essere impiegato quale “Initial Entry Force” per la creazione di una testa di ponte in cui far successivamente affluire forze terrestri nell’ambito di una operazione di più vasta portata, oltre ad essere utilizzata in operazioni di tipo prettamente terrestre, quale unità di fanteria leggera specializzata.

Il 2° Reggimento San Marco:

Per quanto riguarda il 2° Reggimento si è deciso inoltre di innalzare significatamene la capacità di interdizione marittima dei Boarding Team, già oggi tutti in grado di operare in contesti non cooperativi (ossia con l’equipaggio della nave da ispezionare che non segue le direttive ricevute), e metterli progressivamente tutti nella condizione di affrontare anche scenari “obstructed”, ossia caratterizzati dall’aperto contrasto all’attività ispettiva del BT.

Sono inoltre in formazione, previa selezione degli elementi più capaci, alcuni Boarding Team abilitati a condurre anche abbordaggi in condizione “opposed, ossia quando l’equipaggio della nave reagisce con le armi da fuoco all’azione ispettiva.
A tal fine vengono posti moduli addestrativi a cura degli incursori del GOI che contemplano scenari di complessità crescente e prevedono movimento  e combattimento in ambienti ristretti a livello di squadra e tattiche di tro dinamico a bordo di unità navali.

Il Battaglione Scuole “Caorle”, reso autonomo e posto alle dirette dipendenze del Comando Brigata, ha ampliato di molto la propria offerta formativa, rivolta ogni anno a circa 2500 allievi provenienti sia dalla Marina Militare che da altre forze armate nazionali ed estere, e dedica particolare attenzione e cura nel costante miglioramento del livello quantitativo dei vari corsi gestiti.