San Marco dal 1945 al 1965

San Marco dal 1945 – 1963

La fine della II G.M. colse il San Marco in Romagna, presso Faenza con un organico di 134 ufficiali e 2958 uomini. I mesi successivi alla conclusione delle operazioni militari furono caratterizzati dall’acuirsi delle tensioni politiche e sociali, in conseguenza delle precarie condizioni generali ed economiche del Paese.

Lo sconvolgimento socio-economico e politico portò manifestazioni anche violente e lo Stato fu costretto a rispondere energicamente con l’impiego delle Forze Armate. Da quest’intervento non andò esente nemmeno il Reggimento San Marco.
Il San Marco ebbe l’ordine di spostarsi prima in Lombardia e Veneto e poi dislocato in Alto Adige e la Venezia Giulia. Il 28 maggio 1945 il San Marco inquadrato nel Gruppo di combattimento Folgore si installò a Bolzano.

Gli uomini del San Marco si adattarono ai nuovi compiti, che comprendevano il controllo dei valichi del Brennero e del Resia, con l’Austria, e del Tubre, con la Svizzera; il rastrellamento degli sbandati di varia nazionalità, l’individuazione di magazzini e di depositi clandestini, il ristabilimento dell’ordine e della legalità nei paesi isolati. L’Alto Comando Alleato, in conseguenza a disordini sempre più accesi che si verificavano in Puglia, pensò di dispiegare il San Marco in questa regione, dove l’azione contenitrice della Divisione Garibaldi non risultava efficace.

Con il dislocamento in Puglia, il Rgmt. San Marco cessava di appartenere al Gruppo di combattimento Folgore, passando così alle dipendenze dell’Esercito (IX Comando Territoriale di Bari). Compito del Rgmt. San Marco era di presidiare militarmente l’area assegnata e tutelare l’ordine pubblico in sostegno alle forze di polizia. Questi furono chiamati a sedare tumulti, rapine e furti che sconvolgevano la regione.

L’opera dei marò era, in genere, apprezzata dalla stragrande maggioranza della popolazione locale, non fu difficile costatare che alcuni settori politicizzati dell’opinione pubblica consideravano l’azione del San Marco secondo un’ottica distorta, senza apprezzare invece il difficile compito affidato al Reggimento dalle autorità.
Continui furono gli attacchi dalla stampa vicina alla sinistra. La Marina, consapevole di questo stato di cose, cercò di accelerare la contrazione del reggimento in battaglione in modo da sottrarlo alle esigenze dell’impiego di ordine pubblico.

Il Grado, il Bafile ed il Caorle trasformati in compagnie di 200 uomini furono dislocati a Taranto, a Brindisi e a Roma (Santa Rosa).

Visto il costante impegno in compiti non consoni, la Marina continuò a premere perché il San Marco ritornasse alle sue dirette dipendenze, e finalmente ai primi di dicembre ’45 il San Marco rientrò a Taranto, dove iniziò una massiccia smobilitazione. Le indecisione di fondo sul ruolo da assegnare al reparto, ed il coinvolgimento del San Marco in nuovi incidenti portò la Marina a decretarne invece lo scioglimento di questa gloriosa unità, era il 31 agosto 1946. L’assenza del San Marco dalla compagine della Marina, doveva risultare di breve durata, anche in relazione allo stato di tensione in cui versava, in quel periodo,il confine orientale.Il 10 marzo 1948, a Villa Vicentina (Udine) si costituiva il nucleo del nuovo Battaglione San Marco, alle dipendenze dal Comando del V Comileter (PD).

Il Btg. San Marco era così costituito:

– Comando di Battaglione
– Compagnia Comando Andrea Bafile
– 1^ Compagnia fucilieri Grado ( autotrasportata )
– 2^ Compagnia fucilieri Caorle ( autotrasportata )
– 3^ Compagnia fucilieri Golametto ( anfibia )
– 4^ Compagnia Armi di Accompagnamento Tobruch ( autotrasportata )

I quadri prevedevano una prevalenza di personale dell’Esercito rispetto a quello di Marina mentre la truppa era tutta costituita da marinai, eccetto un plotone del Genio pionieri ed uno del Genio collegamenti, aggregati dalla Divisione Folgore. L’adesione dell’Italia alla NATO comportò un incremento della difesa delle coste venete minacciate da est.
Il 15 gennaio 1951 fu costituito, a Venezia, il Settore Forze Lagunari, unità interforze con caratteristiche di comando di Grande Unità, comprendente:

– Comando
– Battaglione San Marco
– Battaglione Costiero Piave
– Battaglione Costiero Lagunare Marghera
-Compagnia anfibia dotata di motozattere da sbarco risalente alla guerra, 16 MTP, carri anfibi LVT Mk 4, motoscafi e natanti vari; il personale era interamente della Marina.

A seguito della disastrosa alluvione che nell’inverno del 1951 colpì il Polesine, la Compagnia anfibia del Battaglione San Marco fu inviata a dare assistenza alla popolazione. Risalendo il Po di Levante i mezzi anfibi giunsero per primi a Loreo, completamente isolato.

Quest’impiego caratterizzò, in seguito, l’attività del reparto in occasione, di gravi calamità naturali.
Nel 1954, in relazione alla crisi con la Iugoslavia e alle misure prese dal governo Pella, il btg. San Marco fu schierato sul Carso fra Gorizia e Monfalcone.
Nel novembre 1956 a seguito della crisi internazionale innescata dalla nazionalizzazione del canale di Suez da parte del presidente egiziano Nasser ed il conseguente intervento armato anglo-francese, il btg. San Marco fu schierato a Taranto in stato d’allerta.

L’intervento degli U.S.A bloccò ulteriore aggravamento della crisi.

La Marina mantenne il comando del Settore Forze Lagunari fino al suo scioglimento, il 1° settembre 1957, quando fu costituito il raggruppamento Lagunare dell’Esercito. Gli Stati maggiori della Marina e dell’Esercito concordarono il successivo passaggio del btg. San Marco all’Esercito.

Il San Marco, così nel luglio 1957 era diventato Battaglione anfibio Isonzo, costituito dal personale della leva di mare inquadrato dall’esercito,mentre gli altri due battaglioni costieri divennero anfibi. Furono mantenuti la bandiera, i segnali di tromba e la terminologia della Marina.

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