E’ finita la missione “Antica Babilonia”.

Con una cerimonia Presso Camp Victory, sede del Comando della Forza Multinazionale a Bagdhad, il comandante della Forza Multinazionale in Iraq, il generale statunitense George Casey, ha salutato il Contingente italiano al termine della sua missione. Il saluto formale si è tenuto sabato scorso alla presenza del capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola che, nel suo intervento ha ringraziato la Multinational Force, le Forze Armate irachene, e tutti i militari che hanno lavorato con i nostri militari. Erano presenti il rappresentante italiano, generale Pier Paolo Lunelli il generale Ernesto Alviano, vicecomandante della NTM, il generale Carmine De Pascale, comandante del Contingente in Nassiriyah, il contrammiraglio Ugo Ugolini ed il generale Antonio Amato, addetto per la Difesa. Il Governo italiano era rappresentato dall’ambasciatore Maurizio Melani, mentre nessun esponente politico nazionale ha ritenuto opportuna la presenza alla cerimonia che formalmente ha posto fine ad una missione lunga, faticosa e sanguinosa per i nostri militari. Un’ assenza che certo non può passare inosservata e che dà l’ idea di come la battaglia politica per la legge finanziaria e le manifestazioni di piazza tenutesi nello stresso giorno a Roma e Milano abbiano fatto passare in secondo piano l’impegno internazionale del nostro paese da tutti sbandierato ed il ricordo dei caduti.
Il saluto ufficiale ha preso avvio con gli inni nazionali italiano, iracheno e statunitense suonati dalla banda della Forza Multinazionale. Particolarmente emozionante è stato il momento in cui l’ ammiraglio Di Paola ha letto i nomi di tutti e 35 i caduti italiani, aggiungendo alla fine «Non vi dimenticheremo. Il popolo iracheno non vi dimenticherà. Oggi siete con noi qui, in questo posto. Vi ho chiamato per nome, uno per uno, e tutti quanti avete risposto ‘presente’. Noi desideriamo un futuro in cui il popolo iracheno possa vivere insieme in pace, nella democrazia e nella prosperità, come parte attiva della comunità internazionale. L’Italia e i militari italiani continueranno a essere dalla vostra parte, in amicizia, se lo volete».


Ai militari italiani nella regione di Nassiriya adesso tocca organizzare il rientro, ma l’ Italia non lascia l’ Iraq, come ha sottolineato lo stesso nostro capo di Stato Maggiore della Difesa. «Anche se i nostri militari stanno andandosene da Nassiriya, noi non stiamo lasciando l’Iraq. Il nostro impegno nell’ambito della missione di addestramento della NATO continua e, forse, sarà potenziato in futuro – ha detto nel discorso di saluto Di Paola- La nostra unità civile di ricostruzione a Nassiriya continuerà a lavorare. Questa cerimonia segna la fase finale dell’impegno militare italiano all’operazione Iraqi Freedom. E’ stata una missione lunga e impegnativa, che gli italiani hanno compiuto, coerentemente con il mandato del Parlamento, in linea con la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, dando il loro contributo allo sforzo multinazionale per creare un contesto sicuro e per sostenere il popolo e il governo iracheni a costruire un nuovo Iraq».
La fine formale della missione “Antica Babilonia” era stata preceduta il 21 settembre scorso dal passaggio della responsabilità della sicurezza della provincia del Dhi Qar agli iracheni, cosa che dava inizio alla fase finale del nostro impegno a Nassiriya, iniziato nel 2003 con l’ invio di 3200 uomini. Nel settembre dello scorso anno il contingente italiano era stato ridotto a 2900, ridottisi ulteriormente prima a 2600 lo scorso gennaio e poi a 1600, con l’arrivo a giugno della brigata Garibaldi. Nelle ultime settimane i nostri uomini hanno svolto un’attività di monitoraggio delle forze di sicurezza locali con la possibilità d’intervento in caso di esigenze straordinarie. Con il mese di novembre questi compiti di Operational Overwatch sono passati ai militari australiani presenti nella regione.

 Scritto da M. Landi  tratto da Dedalonews – sezione Difesa

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