Nassiriya: battaglia alla sede del Cpa

Nassiriya, spari su base italiana, assediati dagli siiti

Dopo la notte di assedio alla sede Cpa 15/05/04
a Nassiriya si continua a sparare. Nel mirino dei ribelli non c’è più, almeno per il momento, la sede del Cpa ma la base italiana Libeccio. Alcuni colpi sono piovuti all’indirizzo delle palazzine dove ci sono i militari italiani senza provocare feriti. Intanto i giornalisti che erano nella sede dell’Autorità presa d’assedio nelle scorse ore, sono stati trasferiti in un’altra base italiana fuori città.Il generale italiano Gian Marco Chiarini ha affermato che i miliziani fedeli ad Al Sadr non controllano nessun edificio pubblico. L’alto ufficiale ha elogiato coraggio e determinazione dei soldati italiani, cercando di rassicurare tutti. Ma gli spari si susseguono. In giornata alcuni colpi d’arma da fuoco hanno raggiunto la base Libeccio senza provocare ferito.
Venerdì la struttura della Cpa è stata attaccata dai ribelli in diversi attacchi. Gli uomini della sicurezza hanno risposto al fuoco in diversi momenti della giornata. Il maggiore Antonio Sottile, portavoce del contingente italiano in Iraq, ha confermato che sono stati sparati “colpi di mortaio” contro l’edificio, oltre a granate Rpg e a colpi con armi leggere. In quel momento all’interno dell’edificio si trovano cinque funzionari italiani della Cpa, un plotone del Reggimento San Marco e 30 filippini di una compagnia di sicurezza privata.
Durante gli attacchi della notte, invece, sono rimasti feriti due filippini, già evacuati verso le strutture sanitarie del contingente. Il portavoce dell’autorità provvisoria, Andrea Angeli ha sottolineato che “non ci sono stati ulteriori feriti” rispetto ai due filippini della security, colpito uno ad una gamba e l’altro leggermente alla testa. Angeli ha poi sottolineato ” l’enorme sforzo e il coraggio degli uomini del Reggimento San Marco “.
Anche i giornalisti inviati del Tg3 Maria Cuffaro e Beppe Belviso, assieme a Andrea Nicastro del Corriere della Sera e Meo Ponte, della Repubblica, sono rimasti bloccati assieme a soldati e funzionari italiani nella palazzina assediata. Per loro l’incubo è finito in giornata quando un nutrito gruppo di militari li hanno scortati fino alla base “White Horse”, nel deserto fuori da Nassiriya. Durante tutto il percorso i mezzi italiani sono stati sotto il fuoco dei miliziani di Al Sadr. Dal racconto dell’inviato Meo Ponte de la Repubblica:
” La notte (14/15 ) nella Cpa: ero dietro una scrivania. I soldati che ci difendevano si sono comportati da eroi. Quando siamo usciti dalla sede del Cpa e` stato quasi peggio. “Stiamo tutti bene (giornalisti e soldati della scorta al convoglio). E` stata dura perche` la citta` e` in mano all’esercito del Madi. Gia` i mezzi che ci erano venuti in soccorso erano caduti in una imboscata e avevano addirittura preso un colpo di Rpg addosso che non e` esploso. Per cui ci hanno aspettato quando tornavamo e ci hanno sparato fino a che non siamo usciti dalla citta`. E` stato un momento difficile, credo quasi piu` difficile del bombardamento dell’altra notte, perche` nel bombardamentoalmeno ti ripari. Qui invece, eri un bersaglio mobile, coi cingoli…. Abbiamo buttato giu` un palo della luce e abbiamo preso dei colpi di Rpg.. Per fortuna li abbiamo schivati”. Ricordando la notte sotto assedio: ” Ho visto della gente veramente brava, dei soldati coraggiosi. Mi dispiace usare un termine retorico come quello di eroe, ma ho visto dei ragazzi di 20 anni che sono degli eroi veramente, cioe` che credono in quello che fanno. Dormire dieci minuti, salire sul terrazzo, sparare contro chi ti tira con un lanciarazzi… Non e` facile, credo.”

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