Inizia una nuova missione all’estero per le Forze Armate italiane. Oggi il Consiglio dei Ministri darà il via libera ufficiale all’invio del nostro contingente in LIbano e domani partirà dalle acque pugliesi una amphibious task force che trasferirà nel Paese dei Cedri la entry force.
Si tratta di cinque unità navali: il Garibaldi, con funzioni di nave sede di comando e di piattaforma dalla quale opereranno elicotteri ed aerei AV-8B Plus Harrier II, la corvetta Fenice e le tre navi da assalto anfibio San Giusto, San Giorgio e San Marco.
A bordo del San Giusto e del San Giorgio sono imbarcati assetti della componente anfibia della Marina Militare, la Forza da Sbarco che, strutturata a similitudine di una “brigata”, è articolata sul Reggimento San Marco, il Reggimento Carlotto ed il Gruppo Mezzi da Sbarco. L’elemento operativo è il Reggimento San Marco che si compone del Reparto Comando, del Battaglione Assalto Grado che comprende i “combattenti”, del Battaglione Golametto che garantisce la “logistica di combattimento”, della Compagnia Operazioni Speciali e della Compagnia Operazioni Navali.
Sul Marco è imbarcata una compagnia – 120 Lagunari – del Reggimento Serenissima dell’Esercito, con veicoli anfibi AAV7 e vari mezzi cingolati e ruotati per il trasporto truppe al seguito, nonché assetti NBC, delle Trasmissioni e del Genio della Forza Armata.

Nella entry force sono inclusi anche assetti delle forze speciali del Gruppo Operativo Incursori della Marina Militare e del Reggimento Col. Moschin dell’Esercito.
È probabile che il gruppo navale sia supportato in mare e nelle acque libanesi da uno o più sommergibili italiani che occultamente potrebbero effettuare attività intelligence in ambiente littoral.
Il Garibaldi e la Fenice sono ormeggiate attualmente a Taranto, la corvetta vi è giunta nei giorni scorsi da Augusta, il San Giorgio e il San Giusto sono a Brindisi mentre il San Marco sta arrivando dopo aver imbarcato ieri a Porto Marghera la componente dell’Esercito.

ll rendez-vous è previsto per domani al largo della Puglia, occasione nella quale il gruppo navale sarà raggiunto in mare dal ministro della Difesa Arturo Parisi e dai vertici militari per il rituale saluto.
In seguito le unità faranno rotta verso il Libano, dove dovrebbero arrivare dopo tre giorni di navigazione.
Sulle navi sono imbarcati circa 2.500 militari, compresi gli equipaggi delle navi.
Per un’operazione anfibia la dottrina NATO ATP8 prevede due comandanti con i relativi staff: il CATF (Commander Amphibious Task Force = Comandante della Forza Anfibia Operativa) ed il CLF (Commander Landing Force = Comandante della Forza da Sbarco): in questa occasione il CATF sarà l’ammiraglio di divisione Giuseppe De Giorgi, attuale Comandante delle Forze d’Altura e Comandante delle Forze Marittime Italiane, mentre il CLF dovrebbe essere il comandante della Forza da Sbarco della Marina, il contrammiraglio Michele Saponaro.
Prende il via così la prima fase della nostra partecipazione alla forza di interposizione che, in applicazione della risoluzione ONU 1701, si schiererà in Libano per far osservare ad Israele ed Hezbollah la tregua. La missione è già stata definita come UNIFIL PLUS o UNIFIL 2, e infatti in questa prima fase sarà comandata dal generale francese Alain Pellegrini, lo stesso che già comanda UNIFIL.
Come è di prammatica, la prima fase vedrà operare sul terreno la entry force che sbarcherà e raggiungerà il settore assegnatole dall’ONU e, dopo aver bonificato l’area e creato la cornice di sicurezza, permetterà alle unità della logistica di preparare le sistemazioni per la follow on force che dovrà poi operare sul terreno.
Nel contempo gli “operativi” della entry force, rinforzati da assetti delle forze speciali, inizieranno a mappare il territorio, aggiornando le carte in dotazione alla situazione post-conflitto, e predisponendo le postazioni sul terreno. Il tutto con l’ausilio delle cellule della nostra intelligence che – si presume – stanno già operando per prendere contatti con i referenti locali.
Parte di queste attività saranno facilitate dai nostri ufficiali di collegamento in UNIFIL, con loro si è anche relazionata la “cellula di ricognizione” di militari italiani che è stata nei giorni scorsi in Libano.

Quella che inizia domani è una tradizionale operazione anfibia per il trasferimento di un contingente militare interforze come entry force di una missione militare all’estero.
In tal senso sul terreno sarà condotta da un Commander Landing Force che si avvarrà di uno suo staff basato essenzialmente da elementi della Forza da Sbarco e “rinforzato” con augmenties dell’Esercito, sia perché dovrà condurre assetti della Forza Armata, sia perché la sua missione consiste essenzialmente nel preparare il terreno per il dispiegamento della follow on force che sarà composta quasi esclusivamente dall’Esercito.

Tratto da: www.dedalonews.it Scritto da M. Amatimaggio Il 28 Agosto 2006

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